Il riso in Italia

Il riso in Italia

Indiscusso ruolo di fondamentale importanza all’interno della dieta mediterranea è occupato dal riso, cereale che in questi anni ha raggiunto le nostre tavole presentandosi in molte tipologie oltre al riso classico, come il riso integrale e i risi pigmentati, riso rosso e riso nero, cibi funzionali ricchi di polifenoli.

Il riso è un cereale ricco di amido, coltivato e consumato in tutto il modo e l’Italia costituisce un’eccellenza: sono coltivate molte varietà diverse in aree geografiche peculiari, rendendolo utilizzabile in molte preparazioni. Questo è un cereale antico, si stima che la pianta nasca in Cina intorno al 4000 a.C., per poi diventare stabilmente coltivata 2000 anni dopo da tribù matriarcali, in cui solo alle donne fosse permesso di coltivarlo. In Europa, il cereale è inizialmente adoperato in cosmetica o come rimedio farmacologico. Intorno al 1400-1500, periodo caratterizzato dalla scarsità di cibo e dalle difficoltà delle pestilenze precedenti, il riso acquista importanza tra le colture agrarie, grazie alla adattabilità in terreni difficili e alla sua resa superiore, ben 5 volte in più rispetto al frumento!

In Lombardia e Piemonte, grazie a terreni pianeggianti e numerosi canali d’irrigazione, il riso trova subito delle condizioni ottimali per la sua crescita, già ad inizio del 1800, le aree dedicate alla coltivazione sono poi ampliate successivamente in seguito agli interventi sulle risorse idriche per la risicoltura attraverso il canale Cavour che ancora oggi mette in comunicazione il Po, la Dora Baltea, il Sesia, il Ticino e il Lago Maggiore. Infatti, il 90% del riso italiano è coltivato tra Pavia, Vercelli e Novara, ma la coltivazione è presente in misura significativa anche in Veneto, Emilia Romagna e Sardegna.

Da poco meno di due settimane è cominciata la raccolta del riso "Made in Italy" con un calo ad oggi stimato della produzione pari a circa il 10%, dovuto principalmente alle anomalie climatiche che hanno colpito le risaie nazionali, a causa di piogge copiose e grandinate alternatesi a caldo torrido e siccità, la cui qualità non risulta essere stata compromessa nonostante ciò, secondo Coldiretti.

Una volta giunto a maturazione, il riso è raccolto attraverso l’uso delle mietitrebbie, i cui semi sono poi liberati dalla pannocchia. Il chicco grezzo (risone) è rivestito dei tegumenti esterni (glume e glumelle), che devono essere rimossi tramite la sbramatura per rendere il prodotto commestibile, ottenendo il riso sbramato o integrale. Successivamente la lavorazione prevede la rimozione di strati ulteriori (il pericarpo e lo strato aleuronico), incluso il germe, porzione ricca principalmente di grassi, proteine e vitamine per arrivare a quello che conosciamo come riso lavorato bianco. Da un punto di vista nutrizionale, il riso integrale risulta essere più completo del riso sottoposto al processo di lavorazione:

  • nel chicco integrale, infatti, sono presenti in buona quantità vitamine, fibra, minerali (ferro, calcio e fosforo) e, soprattutto nel germe, acidi grassi essenziali,
  • nel riso brillato questi elementi sono invece scarsi o quasi del tutto assenti.

L’Italia, nonostante gli inconvenienti recentemente occorsi, si conferma come il primo produttore europeo di riso:

  • 226.800 ettari coltivati
  • 4 mila aziende agricole
  • 1,50 milioni di tonnellate di risone raccolte all’anno
  • 50% dell’intera produzione Ue

Come in tutte le colture cerealicole, il riso non è a riparo dal pericolo di contaminanti come le micotossine, che possono derivare da una contaminazione da campo o da stoccaggio scorretto del riso grezzo, aumentandone la loro concentrazione nella parte esterna del chicco. Durante il processo di lavorazione, l’allontanamento delle parti esterni del granello maggiormente a rischio di contaminazione potrebbero ridurne l’accumulo, che non può essere trascurato e per cui è necessario effettuare dei controlli.

Per questi motivi, il nostro reparto R&D qui a Trieste, si è impegnato nel validare il riso integrale come matrice sui kit ELISA per le vostre esigenze analitiche:

  • kit con step di estrazione senza solvente come H2DON, H2AFLA,
  • kit con step di estrazione con solvente come Celer AFLA B1.

Inoltre, tutti questi kit sono presenti nei formati B ZERO, con un unico standard, lo standard 0, e la curva di calibrazione fornita come curva master virtuale specifica per ciascun lotto di kit. 

 

Per maggiori info, non esitare a contattarci alla nostra mail: Support.ET.Trieste@eurofins.com.

 

 

Fonti

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/tools-della-salute/download/quaderni-la-salute-in-tavola/il-riso-un-cereale-da-riscoprire

https://www.coldiretti.it/economia/clima-scatta-la-raccolta-del-riso-ma-e-10-produzione

https://www.risoitaliano.eu/